Il mondo della bulloneria: definizione, tipologie e norme - Bondoli & Campese
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Partiamo dalle basi

La bulloneria è un settore che racchiude tutti gli elementi di collegamenti filettati, ovvero le viti, i dadi, le rondelle e i bulloni, che nascono proprio dall’unione dei tre elementi precedenti.

Nonostante le diverse tipologie di bulloneria, che variano a seconda di molteplici fattori – forma, misure, tolleranze dimensionali, caratteristiche meccaniche, trattamento superficiale, livelli qualitativi –, tale settore persegue un solo obiettivo: creare un collegamento tra due o più parti.

In generale, la bulloneria può essere ottenuta con tre procedimenti tecnologici di base:

  1. Per asportazione di truciolo → procedimento mediante il quale le barre vengono lavorate su torni automatici per ottenere piccole serie o minuterie di forma particolare;
  2. Per deformazione plastica a caldo → procedimento utilizzato soprattutto con la bulloneria di grosse dimensioni;
  3. Per deformazione plastica a freddo → procedimento preferito dai produttori per i diversi vantaggi tecnico-economici che comporta rispetto agli altri procedimenti – come la massima produzione oraria, il minimo consumo di materia prima, le migliori qualità dimensionali e di caratteristiche meccaniche sul prodotto finito.

La normazione della bulloneria tiene conto non solo delle esigenze del processo produttivo ma anche delle norme che permettano la massima efficienza senza compromettere la funzionalità degli elementi di collegamento.

Pertanto, è possibile distinguere tre tipologie di bulloneria:

  1. Normalizzata, regolata da norme nazionali e internazionali che definiscono le caratteristiche tipologiche, dimensionali, di filettatura, di proprietà meccaniche, superficiali e qualitative;
  2. Speciale, la cui produzione avviene su commessa secondo un disegno specifico, il che la rende più costosa della bulloneria normalizzata;
  3. Intermedia, che coincide le parti normalizzate con quelle speciali attraverso l’uso di norme di unificazione solo per determinati aspetti, come la filettatura o le proprietà meccaniche.

Un po’ di storia della normazione

La normazione è un procedimento che permette di scegliere la soluzione più adatta alle necessità del momento e determinare le caratteristiche essenziali, dimensionali e qualitative di un oggetto di ricerca.

Questo processo è nato come esigenza organizzativa delle attività umane, ma solo nel secolo scorso il suo impatto è stato talmente notevole da ridurre il numero di tipi di prodotti necessari per coprire determinate esigenze, garantire l’intercambiabilità e identificare le prescrizioni con precisione tramite sigle.

Attraverso la normazione, infatti, è stato possibile passare dalla produzione artigianale su commissione alla produzione di massa di prodotti “per magazzino”, riducendo i costi di lavorazione e gestione e aumentando l’affidabilità.

Nel 1841, l’Inghilterra ha emesso la prima norma, il cui oggetto riguardava le filettature Whitworth. Successivamente, sono stati istituiti Enti Nazionali di Unificazione in diversi paesi che, ancor’oggi, sono responsabili dell’emanazione di norme e regolamentazioni.

Nel 1926, è stata istituita l’ISA (International Federation of the National Standardizing Associations), riorganizzata nel 1946 come ISO (Organizzazione Internazionale per la Normazione), il cui ruolo è diventato sempre più importante: difatti, ha iniziato a emettere raccomandazioni ISO dal 1971 e norme internazionali ISO dal 1977.

A livello europeo, la Comunità Economica Europea (CEE) ha istituito il CEN (Comitato Europeo di Normazione) per emanare norme europee (EN) che vengono sviluppate recependo le norme ISO esistenti o, se necessario, elaborando norme europee specifiche, al fine di facilitare la libera circolazione dei prodotti in Europa. Una volta che una norma viene approvata dal CEN, tutti gli Enti Nazionali di Normazione sono obbligati ad includerla senza modifiche e pubblicare una norma nazionale corrispondente: in Italia, ad esempio, si usa la sigla UNI-EN o UNI-EN-ISO.

Inoltre, la CEE ha stabilito criteri sulla responsabilità del produttore per i danni causati dai prodotti difettosi e sull’accertamento della conformità dei prodotti alle normative in vigore, questioni implementate all’interno della direttiva CEE n. 85/374. Rispetto a tale direttiva, le aziende devono stipulare una copertura assicurativa e implementare “Sistemi Qualità Aziendali”, la cui normativa è stata uniformata dal CEN attraverso una serie di norme ISO 9000, che saranno utilizzate dagli Enti di Certificazione per valutare i “Sistemi di Qualità Aziendali”.

Inoltre, il CEN ha istituito un Comitato Tecnico TC 185 che si occupa di trasformare norme ISO relative alle caratteristiche meccaniche, alle filettature, alle viti a testa esagonale e ai dadi esagonali in norme EN di priorità, al fine di garantire la compatibilità e l’armonizzazione delle normative europee nel settore della bulloneria.

Conosciamo meglio le norme

Rispetto a quanto detto, è utile distinguere le norme sulla bulloneria in tre diverse categorie:

  1. Norme sulle filettature e sui relativi strumenti di misura, ovvero norme che forniscono linee guida e specifiche tecniche per garantire la corretta progettazione e realizzazione di filettature e la misurazione accurata degli elementi geometrici. Tra queste, vi sono:

Per quanto riguarda le normative UNI sugli strumenti di misura delle filettature, gli standardizzatori hanno definito una moltitudine di norme che descrivono in modo dettagliato ogni tipo di strumento. Tuttavia, è importante che gli utilizzatori selezionino con attenzione lo strumento di misura più adatto per controllare la specifica caratteristica che desiderano verificare.

Inoltre, nel 1973 sono state emesse norme equivalenti a quelle UNI riguardanti gli accoppiamenti e gli strumenti di misura delle filettature, al fine di garantire un’armonizzazione a livello globale per la produzione e il controllo di viti e madreviti. Tra queste:

2. Norme sulle caratteristiche qualitative, ovvero norme che stabiliscono le tolleranze dimensionali per le parti non filettate, le classi di resistenza, i rivestimenti superficiali, i livelli di qualità e le modalità di controllo. Tra queste, vi sono:

3. Norme di prodotto, ovvero norme che stabiliscono forme e dimensioni per ogni tipo di bulloneria. In questo articolo, verranno approfondite le norme di prodotto riguardanti le viti a testa esagonale ed i dadi esagonali:

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