Processo di produzione della Bulloneria
La viteria può essere prodotta sia a caldo che a freddo. La prima lavorazione viene impiegata per i diametri grandi, mentre la seconda per le misure più piccole. Il vantaggio della deformazione a freddo consiste nel conferire al materiale trattato migliori proprietà nei confronti della fatica, in quanto le fibre che vengono deformate vengono orientate parallelamente alla direttrice dello sviluppo cilindrico della vite. Lo stesso tipo di trattamento, laddove esercitato per eseguire la filettatura, conferisce al gambo filettato, in corrispondenza del fondo del filetto, una tenacità fortemente vantaggiosa visto che tale zona risulta caratterizzata dall’intaglio geometrico e quindi da una forte irregolarità di sezione. Si ricorda che la tenacità rappresenta la capacità di un materiale di assorbire energia in condizioni di rottura fragile; essa pertanto si configura come l’opposto della fragilità, la quale dipende in maniera direttamente proporzionale dalle impurità presenti nella lega ferrosa.
Il procedimento di deformazione a freddo può risultare vantaggioso dal punto di vista economico, considerato il sempre più crescente costo di “produzione di calore”. In questo caso se il tenore di carbonio è basso, non risultano necessari trattamenti termici del materiale di base al fine di conferire al materiale le idonee proprietà. Alte percentuali di C e Mn (così come altri elementi indurenti) riducono la capacità di deformabilità, per cui si rende opportuna la applicazione di un trattamento di addolcimento tramite ricottura di globulizzazione o sferoidizzazione. Tali trattamenti, cambiando la struttura stessa del materiale, generano grani che migliorano di molto la duttilità finale. La temprabilità rappresenta l’attitudine del metallo a modificare la propria durezza per effetto di un trattamento di tempra che consiste in un brusco raffreddamento del metallo dopo averlo portato ad alta temperatura in modo da ottenere nella porzione filettata della vite una struttura a cuore con circa il 90% di martensite nelle condizioni di “tutta tempra” prima del rinvenimento. La necessaria resistenza meccanica può perciò essere con ferita alla vite mediante incrudimento da deformazione a freddo (applicabile fino alle classi di resistenza 6.8 inclusa),oppure mediante trattamento termico di bonifica e, quindi, tempra seguita da rinvenimento.
La produzione delle viti parte dalla trasformazione della vergella, fornita sotto forma di filo avvolto su appositi aspi. Mediante ricalcatura, la vergella assume la forma desiderata. Il procedimento avviene con deformazione a freddo. In officina, per la preparazione della vergella si applicano due trattamenti preliminari: il decapaggio, consistente in una serie di bagni negli acidi al fine di rimuovere ogni impurità superficiale, e la fosfatazione, che mediante l’applicazione di lubrificanti riduce gli attriti che si
possono generare nelle successive fasi di lavorazione a freddo. La vergella può adesso subire il primo trattamento di deformazione detto trafilatura, che conferisce al materiale particolari proprietà quali l’incrudimento superficiale.
A questo punto l’acciaio può entrare nella pressa per assumere la forma desiderata mediante l’operazione di stampaggio. È possibile dunque procedere alla filettatura delle viti. Essa può essere eseguita sia mediante asportazione del truciolo che mediante rullatura, ossia deformazione plastica del materiale stesso. La secondametodologia, ovviamente, può essere eseguita solo su campioni di materiale caratterizzati da buona duttilità, e conferisce ai denti del filetto una buona capacità resistente, risultando essi costituiti da fibre addensate e non recise.
I singoli pezzi sono quindi pronti per il trattamento termico, che avviene su impianti di tipo continuo a tappeto, all’interno dei quali gli elementi vengono riscaldati a circa 800°, temperatura alla quale si ha l’austenitizzazionedell’acciaio, comportante il cambiamento radicale della sua struttura interna originaria nota come perlite. Tale stato viene bruscamente raffreddato in olio o bagni di sali (fase della tempra) al fine di ottenere la martensite. Questa presenta indubbi pregi, quali l’elevatadurezza ed una significativa resistenza meccanica; ad essa si associa una struttura macroscopicamente fragile e altamente tensionata. Si procede quindi al trattamento termico di rinvenimento, con nuovo riscaldamento degli elementi in acciaio.